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Miniature d’Arcadia

Fra i secoli XVI e il XVII fiorirono con particolare rigoglio edizioni di prose, versi e musiche dedicate ai soggetti o agli scenari della vita della villa, del lavoro nei campi, della bella stagione e delle vicende amorose dei personaggi bucolici, sulla scorta del successo riscosso dal genere teatrale della pastorale dopo la pubblicazione dell’Aminta di Torquato Tasso e del Pastor fido di Giambattista Guarini. Un aspetto interessante presente in questa produzione letteraria e musicale riguarda la trattazione del tema arcadico anche negli aspetti più minuti e apparentemente insignificanti, fenomeno che si iscrive nella visione del mondo propria degli anni della rivoluzione scientifica e della pittura naturalistica di Caravaggio e dei suoi seguaci; accanto al consueto tema amoroso, conviviale o danzereccio, trovano spazio opere poetiche e musicali dedicate a una farfalla, a un’ape, a un usignolo, ai coralli o a una pulce.

Sono temi rispetto ai quali la lente d’ingrandimento dell’autore può accentuare l’aspetto moraleggiante ed edificante, come accade per la farfalla, la quale, attirata dal lume, si brucia le ali e diviene perciò metafora dell’amante che travolto dalla passione si consuma nell’ardore amoroso; ovvero l’aspetto più comico e grottesco, come nel cantare la disperazione per la morte d’un grillo o la meraviglia per il ritrovamento di una pulce sulle poppe di bella donna. Nel nostro programma sono presenti entrambi i registri espressivi, esemplati nei generi più disparati: nelle forme compositive più leggere e popolari, quali la villanella e la canzonetta, come in quelle più auliche e artificiose quali il madrigale e il dialogo.

Il commento testuale è affidato alle opere di Giulio Cesare Croce: nato a San
Giovanni in Persiceto nel 1550, non ancora ventenne si stabilì a Bologna, dove divenne celebre in qualità di cantastorie; soprannominato “Croce della Lira” per la sua abilità nel cantare accompagnandosi su tale strumento, morì a Bologna nel 1609 lasciando ai posteri una ricca messe di opere composte in italiano, in bolognese e in altri idiomi, fra le quali Le sottilissime astuzie di Bertoldo e Le piacevoli e ridicolose simplicità di Bertoldino guadagnarono a Croce fama universale.

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